

VITERBO - L'Università degli Studi della Tuscia conquista tre prestigiosi finanziamenti del Fondo Italiano per la Scienza (FIS), affermandosi tra le realtà accademiche più competitive del Paese. Il FIS, istituito dal Ministero dell'università e della ricerca, rappresenta oggi il principale programma nazionale dedicato alla ricerca fondamentale e d'avanguardia ed è valutato attraverso rigorosi panel scientifici internazionali ispirati agli standard ERC. Un successo che conferma l'eccellenza e la capacità progettuale della comunità scientifica dell'Ateneo su temi strategici per il futuro.
La rettrice dell'ateneo, Prof.ssa Tiziana Laureti, guarda a questo traguardo come a un segnale importante della crescita dell'Ateneo: “Il successo ottenuto nel fondo italiano per la scienza rappresenta un motivo di profondo orgoglio per tutta la nostra comunità accademica e testimonia il valore, la dedizione e la capacità dei nostri ricercatori di competere nei contesti più selettivi. Allo stesso tempo unito al rilevante posizionamento nel GreenMetric, questo traguardo – prosegue la Prof.ssa Laureti – rafforza la visione di un Ateneo che investe con convinzione nella qualità della ricerca e nella sostenibilità, elementi essenziali del nostro percorso di crescita e della nostra identità istituzionale”.
La ricerca d'eccellenza dell'ateneo nei progetti FIS:
Il progetto WE-FLOOD (Where do floods begin?), coordinato dal Prof. Salvatore Grimaldi, è stato selezionato tra i progetti finanziati nella categoria Advanced e affronta il tema dell'origine effettiva delle piene fluviali, cercando di identificare quei sottobacini 'critici' che svolgono un ruolo determinante nella generazione degli eventi estremi indipendentemente dal contesto climatico.
“Questo progetto – sostiene il prof. Salvatore Grimaldi, ordinario di idrologia del Dipartimento DIBAF – ci darà l'opportunità di chiarire un aspetto cruciale nella formazione delle piene fluviali e sarà l'occasione per individuare soluzioni pratiche per la previsione degli eventi estremi. Un passo importante verso strategie di mitigazione più efficaci dei rischi idrologici”
Un secondo importante riconoscimento riguarda il progetto CHROMA, guidato da Laura Ierimonti, che nasce con l'obiettivo di rivoluzionare le moderne pratiche di monitoraggio strutturale, valorizzando le straordinarie potenzialità dei materiali meccanocromici ispirati ai più affascinanti fenomeni presenti in natura. La ricercatrice evidenzia come «questo finanziamento permetta di esplorare una ricerca dal carattere realmente pionieristico, che unisce creatività scientifica e potenziale applicativo per il miglioramento delle infrastrutture.»
Tra le proposte selezionate dal FIS figura infine DryVe, progetto coordinato dalla Prof.ssa Flavia Tauro, che studia come le foreste adattino le proprie strategie di assorbimento idrico e traspirazione al cambiamento climatico. “In particolare – dichiara la Prof.ssa Tauro – DryVe testerà l'ipotesi che il verificarsi di lunghi e frequenti periodi di siccità induca meccanismi di acclimatazione nelle foreste che, a loro volta, amplificano gli effetti del riscaldamento globale”. Con una prospettiva idrologica, il progetto si propone di comprendere la resilienza al cambiamento climatico nel continuum dei sistemi suolo-piante-atmosfera.
Queste tre linee di ricerca, che spaziano dal funzionamento degli ecosistemi forestali all'ingegneria dei materiali, fino alla dinamica delle piene fluviali, delineano un Ateneo in grado di contribuire in maniera significativa alle grandi sfide scientifiche contemporanee. Non si tratta di successi episodici, ma dell'espressione di una comunità accademica che investe nella qualità, nell'interdisciplinarità e nella responsabilità verso il futuro.
L'Università della Tuscia tra le prime università 'green' al mondo. In questo stesso solco di impegno e visione si inserisce anche il risultato ottenuto dall'Ateneo nel GreenMetric, che testimonia la coerenza tra qualità della ricerca e attenzione alla sostenibilità.
Per il settimo anno consecutivo, l'Università della Tuscia partecipa al GreenMetric World University Rankings, posizionandosi al 211° posto a livello globale e all'11° posto in Italia su 1.745 università provenienti da 105 Paesi, entrando così nel 12° percentile mondiale degli Atenei più sostenibili. Il miglioramento rispetto alla precedente edizione è significativo: nell'edizione relativa al 2024, Unitus si era classificata 245ª su 1.477 Università di 95 paesi, rientrando quindi nel 16° percentile mondiale tra gli Atenei più sostenibili.
Il risultato migliora in modo significativo il piazzamento dell'anno precedente e conferma l'impegno dell'Ateneo in un modello di sviluppo responsabile, orientato alla qualità degli spazi, dell'energia, della mobilità e della produzione scientifica sui temi ambientali.
Il GreenMetric valuta gli atenei secondo quattro dimensioni (ambiente, economia, equità ed educazione) e riconosce all'università della Tuscia performance di eccellenza soprattutto nell'ambito dell'educazione e della ricerca, dove l'ateneo ottiene uno dei punteggi più alti in Italia, e nella qualità delle infrastrutture, che testimoniano una gestione del campus sempre più attenta alla sostenibilità e al benessere della comunità universitaria.
«L'integrazione tra i tre finanziamenti ottenuti nel Fondo Italiano per la Scienza e il risultato nel GreenMetric – conclude la Rettrice Tiziana Laureti – conferma la traiettoria di un Ateneo che cresce investendo sulla ricerca di frontiera, sulla sostenibilità ambientale e su un modello di università aperta, competente e proiettata verso il futuro. L'Università degli Studi della Tuscia continua così a rafforzare la propria presenza nel panorama nazionale e internazionale, contribuendo in modo concreto allo sviluppo scientifico, sociale e ambientale del Paese”.